7 febbraio 2011 21:30
Roma, 5 febbraio 2011. Sono tragiche le notizie che pervengono dal Sinai egiziano. Riprendono le migrazioni di profughi verso Israele e il nord del Sinai è un passaggio obbligato per i migranti che fuggono da guerre, persecuzioni e crisi umanitarie.
Purtroppo le tappe del “viaggio della speranza” attraverso il deserto sono le solite: gruppi di migranti si affidano ai “passeur” Rashaida, i quali chiedono un riscatto, riscatto che aumenta quando i gruppi – a volte divisi in contingenti meno numerosi – vengono trasferiti ad altre bande, fra cui le più potenti e organizzate che fanno parte delle tribù di al-Tarabin e Sawarqa. Don Mussie Zerai è entrato in contatto ieri con un nuovo contingente di profughi africani, composto da circa 150 persone. Fra di loro, due ragazzini, di 11 e 14 anni, rapiti e venduti alla banda che attualmente li tiene prigionieri. I loro genitori sono a Kassala, nel nordest del Sudan. Anche questi profughi sono tenuti in catene e ricevono una pagnotta ogni 4 giorni. La sorte dei bambini è spesso peggiore di quella degli adulti, perché i trafficanti operano anche sul mercato della pedofilia e della schiavitù, oltre che su quello degli organi umani. L’Agenzia Habeshia ha lanciato l’ennesimo appello disperato, che noi di EveryOne trasmettiamo all’Alto Commissario Onu sui Rifugiati, allo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sul Traffico di Esseri Umani, All’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani e alle istituzioni Ue. E’ importante continuare a sollecitare l’intervento degli organismi internazionali, nonostante il loro silenzi e la loro inerzia, che si interrompono solo quando a essere rapiti, nei paesi in crisi umanitaria, sono persone dell’occidente. Regna l’indifferenza, come nei periodi bui del secolo scorso. Dei 15 cristiani assassinati in Egitto dai fondamentalisti, neanche una riga sui quotidiani. Degli attentati nel governatorato del nord del Sinai, solo poche informazioni scarne e senza commento. Stanno facendo a pezzi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – il cui primo articolo afferma che tutti gli uomini sono nati liberi e uguali – e stanno sacrificando a ideologie che si ripresentano ciclicamente i valori che essa rappresenta.
Nella foto, giovani rifugiati di Kassala
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